Romania: presidente Camera di commercio italiana a “Nova”, aziende soffrono ma economia è elastica
Secondo il presidente Musneci, per molti aspetti ci troviamo ancora in una situazione “fluida” per cui potrebbe essere “prematuro dare dei giudizi definitivi”. Nella sua visione ci sono tuttavia alcuni elementi positivi. “L’economia romena è più ‘elastica’ di quella italiana. Credo che come nel 2010 avremo una ripresa a ‘V’ per via dei bisogni insoddisfatti, della bassa fiscalità ed un costo del lavoro in crescita ma ancora sostenibile”, ha dichiarato Musneci, secondo cui circa 700 mila romeni sono rientrati durante la pandemia. “Quindi la cronica scarsità di forza lavoro, lamentata dagli operatori anche attraverso la Camera, potrebbe attenuarsi”, ha osservato. Secondo il presidente della Camera di commercio italiana in Romania, “visto il rischio di blocchi improvvisi della mobilità, potremmo assistere a fenomeni di inshoring o nearshoring con riduzione delle ‘supply chain lunghe’. Ne consegue che la Romania potrebbe essere favorita per segmenti produttivi più completi ed a maggior valore aggiunto”. Riguardo le misure di sostegno all’economia prese dal governo di Bucarest, secondo Musneci, “hanno aiutato (disoccupazione tecnica, garanzie, credito e dilazioni fiscali) non tanto per le loro dimensioni quanto per la tempestività, contrariamente ad altri paesi dove misure anche sostanziose si sono perse in interminabili dibatti politici ed interpretazioni a volte capziose”. “In ultimo – ha proseguito – una considerazione geopolitica. L’attrattività della Cina e della cosiddetta ‘Nuova via della seta’, si è dimostrata poco affidabile per motivi che non elaboro in questa sede ma evidenti. Molte aziende italiane che delocalizzarono dalla Romania alla Cina circa 10 anni fa, potrebbero considerare la strada inversa. Vedremo.”
Il presidente Musneci ha espresso, nell’intervista ad “Agenzia Nova”, un giudizio molto positivo sulle misure prese dal governo romeno per fare fronte alla pandemia. “Con una infrastruttura sanitaria ancora sotto finanziata – ha osservato -, la Romania non poteva correre il rischio di una situazione simile a quella italiana, inglese o francese. Hanno perciò agito rapidamente e decisamente prima che la pandemia esplodesse con un lockdown abbastanza rigido, un buon numero di test ed un blocco delle frontiere che hanno dato i risultati sperati. Il sistema centralizzato di comando e controllo introdotto con la fase di emergenza è stato la base di questi risultati rimarchevoli. Nello stesso tempo, le misure di supporto economico come dicevo prima, sono state sì, dimensionate all’economia, ma elargite con puntualità”.
Musneci ha auspicato infine che Mes e Recovery Fund, le misure approvate dall’Ue a sostegno del rilancio economico, possano essere sufficienti anche se “il diavolo sta nei dettagli”. Secondo il presidente, “si tratta di un fatto positivo soprattutto per paesi come la Romania dove il rapporto deficit/Pil è ancora bassissimo. Per altri paesi europei quali l’Italia, sospendo il giudizio – ha precisato -. Vi è ancora uno scontro evidente tra ‘rigoristi’ che però potrebbero cercare di approfittare della situazione e ‘solidaristi’ che però potrebbero essere alla ricerca di scuse per sfuggire le loro responsabilità politiche di riformare un sistema economico che ha visto crescere l’assistenzialismo negli ultimi anni. Forse la soluzione è nell’etica della politica e in un sistema di ‘solidarietà responsabile’”, ha concluso Musneci indicando nella maturità degli elettori un altro elemento decisivo di questo processo. (Rob)